CulturaCulturaPrimo pianoPrimo piano

Il colore prende forma

Il mio è un amore passionale, irrefrenabile, quasi morboso e probabilmente eterno. Certamente anche per la fotografia. Ma lo è soprattutto per le grandi città. Quando voglio scappare dagli impegni, dai miei problemi e dai miei pensieri o voglio mandare al diavolo tutto il mondo, il mio rifugio si chiama di volta in volta Bologna, Parigi, Londra, Barcellona o, se sono fortunato, New York. Le città nel XXI secolo sono degrado, inquinamento, sporcizia e in molti casi la prova del fallimento dell’integrazione. Un manifesto all’invivibilità, dovuta spesso all’inciviltà, alla diseducazione e all’intolleranza. Io però, quando guardo le strade, le piazze e i palazzi, vedo luoghi dove la vita ha la sua massima espressione. Dove il passato e la storia si uniscono nel presente, e nel presente le persone vivono quel luogo. Colori, odori e rumori diventano sensazioni. Incontri, dialoghi e gesti diventano scambio di emozioni. Spesso vado in giro per le città da solo o comunque riservo una parte della giornata per me e per la mia macchina fotografica. Perché ho la voglia irrefrenabile di catturare quei momenti unici, irripetibili quasi perfetti che  il mio occhio percepisce immediatamente in maniera vivida, e che il passante distratto, annoiato dalla consuetudine, immerso nella sua fretta guarda senza vedere. La fotografia ha per me questa grandissima forza. Quello di poter far vedere agli altri quello che a volte solo io riesco a vedere. Passeggio allora per strada senza meta in maniera spensierata e rilassata ma deciso a godermi lo spettacolo dove ogni persona è un inconsapevole attore protagonista nel mezzo di un proscenio sconfinato. Difficilmente fotografo solo un’architettura, pur bella che sia. Così come è impossibile per me immaginare una città senza abitanti, nella mia mente visualizzo le foto dei luoghi con la presenza di persone. Che passeggiano, che leggono, che ridono, che parlano. Non importa. Quello che è importante è che ci siano. E che la loro presenza riempia lo spazio e trasmetta l’essenza del posto, l’essenza dell’essere e del vivere. Amo le grandi città perché solo qua ritrovo il senso della vita, bello o brutto dipende dai giorni, perché vedo le persone e attraverso  la loro presenza, osservando i loro gesti, fissando i loro occhi riesco per un momento a essere loro, riuscendo così per qualche attimo a superare il nostro più grosso limite. Quello di poter vivere solo una vita.

Peter Zullo

Comments are closed.

0 %