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Recoup startup “più calda” del 2013

Ha poco più di un anno, un futuro promettente all’orizzonte e, a sorpresa, parla italiano. Si tratta di “Recoup.com”, la prima piattaforma eCommerce che utilizza il marketing solidale per connettere aziende, Ong e consumatori in modo vantaggioso per tutti. Una giovane startup concepita e lanciata negli Usa, a Washington, guarda caso, da due imprenditori romani da tempo stabiliti Oltreoceano. Recoup a ottobre si è aggiudicata il titolo di startup “più calda” del 2013 in tutto il District of Columbia, una ulteriore conferma della straordinaria creatività e dell’indubbia capacità imprenditoriale degli italiani. Il prestigioso riconoscimento è stato attribuito dagli investitori e dal pubblico nell’ambito del Tech Cocktail Event di D.C., la prima vetrina americana per promuovere le startup più dinamiche ed innovative dell’anno, a partire dai singoli stati. I numeri di questa nuova realtà italiana all’estero parlano da soli: dal luglio 2012, quando è stata fondata, ad oggi, Recoup ha raggiunto oltre 300mila utenti, sviluppato una rete di 300 Ong partner della piattaforma e generato un surplus di donazioni di 100mila dollari dal suo lancio. Ma cosa c’è dietro Recoup e dietro le sue performance? Senza dubbio una buone dose di coraggio e tanto spirito d’iniziativa. Due tratti “qualificanti” che condividono i cofondatori dell’impresa: l’amministratore delegato, Gianluca Pivato e il direttore operativo, Claudio Bazzichelli. Entrambi approdano negli States anni fa e qui cominciano ad espandere le loro prime attività imprenditoriali. Pivato, nel campo della tecnologia per modernizzare sistemi obsoleti e Bazzichelli, dopo essersi formato come ingegnere meccanico ed aerospaziale, nel campo della moda. Ci vuole poco per costatare, dalle loro rispettive postazioni professionali, che il mercato dell’eCommerce, negli Stati Uniti, è particolarmente forte, che gli americani sono straordinariamente sensibili alle cause sociali e che la Capitale Usa è il luogo giusto per poter contattare sia le grandi agenzie di beneficenza che le Organizzazioni non governative. Nasce così l’idea di lanciare insieme un nuovo business basato sulla commercializzazione del “cause-marketing”, che persegue obiettivi di carattere commerciale sostenendo al contempo le donazioni per una causa sociale, in modo da garantire la massima trasparenza e il maggiore beneficio di tutti. Con Recoup, infatti, le aziende promuovono il loro marchio allineandolo alla Ong di preferenza e inserendo un canale di vendita online per i loro prodotti che, attraverso le Ong, potranno raggiungere nuovi clienti. Le Ong, a loro volta, ne traggono visibilità ma anche maggiori opportunità di ricevere donazioni, che sono legate all’acquisto di ogni prodotto. Infine, i consumatori trovano su Recoup prodotti a prezzi competitivi e possono scegliere, al momento dell’acquisto online, la Ong cui devolvere una parte  del prezzo d’acquisto. Come sostengono i due cofondatori, si tratta di “comprare, risparmiare e donare in modo trasparente e generando un vantaggio reciproco per tutti”. Un business concept che, per ora, si sta dimostrando vincente ed anche per questo Benvenuta Italia ne ha voluto sapere di più. “Ogni acquisto genera una donazione da parte di Recoup del 10% del prezzo di vendita e l’utente decide a quale Ong dovrà essere accreditata”, spiega il Chief Operating Officer, Claudio Bazzichelli. “Il punto di forza rispetto al cause-marketing tradizionale lanciato da colossi come American Express e Coca-Cola?. Prima erano le grandi aziende a decidere quanto e a chi devolvere lasciando i consumatori completamente fuori da questa scelta oggi – prosegue – Recoup rivoluziona questo concetto mettendo il potere decisionale nelle mani del consumatore finale che indirizza il suo potere d’acquisto a vantaggio dell’Ong di suo interesse, sapendo esattamente quanto Recoup donerà e con la facoltà di poter aggiungere un contributo suo, detraibile dalle tasse”. Tra le Ong partner di Recoup figurano realtà consolidate come Refugees International, Save the Children, Medici Senza Frontiere e la Società per le Leucemie e i Linfomi. “Le Ong – aggiunge Bazzichelli – hanno tutto l’interesse a portare i loro sostenitori, generalmente consumatori di alto livello, su Recoup offrendogli l’opportunità di risparmiare su una vasta gamma di prodotti  e di servizi, perchè quegli acquisti ingrosseranno le donazioni alla loro causa”. D’altra parte, il fatto che note Ong siano partner di Recoup garantisce ulteriormente l’utente rispetto l’affidabilità e la validità della piattaforma. Un meccanismo che, finora, ha permesso a Recuop di autopromuoversi su moltissimi canali e aumentare velocemente la clientela. Non sfugge infatti, evidenziano i “padri” di Recoup, che “in un mondo in cui i canali di vendita tradizionali sono saturi ed in mano a grosse aziende, la nuova piattaforma propone un modello unico che da potere   alla persone e permette loro, acquistando online, di ricevere un valore aggiunto”. In prospettiva, l’obiettivo dei due fondatori è di trasformare la piattaforma in un importante canale di vendita per migliaia di prodotti “con un modello simile ad Amazon, Fab e Wayfare  sottolineano  ma con il differenziale della componente filantropica, che recupera una parte della transazione e la rimette sul mercato della beneficenza indirizzata a cause cruciali nel mondo”. La prima tappa sarà trovare investitori che permettano a Recoup di raggiungere velocemente un’economia di larga scala attraverso un aumento considerevole del numero di utenti. “L’idea  rileva Bazzichelli  è quella di innescare una reazione a catena perché più saranno i nostri clienti, più aumenteranno le entrate e quindi le donazioni e maggiore sarà la spinta delle nostre Ong partner ad incrementare ancora di più il numero di utenti”. La logica è quella dell’effetto domino, che una volta innescato, non si ferma più. Mai pensato di “esportare” Recoup in Italia? I fondatori non lo escludono ma questo sarà senz’altro un passo successivo. “Prima vogliamo concentrarci sul mercato americano dove l’eCommerce è molto forte e dove le donazioni (n.d.r. anche per via della politica di defiscalizzazione) sono all’ordine del giorno e non solo una pratica di nicchia”. Quando Recoup diventerà una piattaforma di riferimento per gli americani, “allora studieremo un piano di espansione in Europa ed in altri paesi”. Intanto, Recoup si è già fatta avanti per acquisire altre sei PMA americane attive nel mercato del cause-marketing. E tra i prossimi progetti in cantiere c’è quello, appena completato, per la creazione del “Facebook Commerce” che permetterà alle Ong partner di inserire l’intera piattaforma di Recoup all’interno della loro pagine Facebook, cosa che, di fatto, darà       la possibilità di raggiungere un numero difficilmente quantificabile di potenziali nuovi utenti. Ancora, è attualmente in fase di sviluppo il progetto per il lancio di un nuovo sito web in grado di accogliere migliaia di prodotti, facilitarne la ricerca e le modalità di acquisto. Un progetto che, a detta del management, sarà completato entro la fine di quest’anno. Altri progetti riguardano invece il rafforzamento della comunicazione con le Ong e, infine, il potenziamento della loro capacità di fungere da “cassa di risonanza” per attrarre nuovi sostenitori-utenti. È vero, Recoup parla italiano ma il suo sbarco nel Bel Paese non è ancora all’ordine del giorno. Tuttavia, i semi per poter raggiungere la “maxi-taglia” indispensabile all’espansione internazionale, sono già stati lanciati.

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