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Urbani Tartufi

Ci sono storie che meritano di essere ricordate per sempre.

Non solo per i meriti dei personaggi attuali, ma per gli Urbani di un tempo, coloro che dal 1852 sfidarono isolamento, difficoltà e distanze pur di raggiungere il sogno: l’America. Ne parliamo oggi con Olga Urbani, 5° generazione di Urbani Tartufi che con Carlo e Giammarco Urbani, è alla guida di questa dinastia del Tartufo in Italia e nel mondo:

Come iniziò l’avventura americana della sua famiglia?

“In Italia non c’erano soldi se non per un pezzo di pane e l’ambizione unita all’intuito spinse lontano; nei primi anni del ‘900 un nostro antenato, Paolo Urbani venne inviato come un pacco dal cugino Carlo a far conoscere i nostri tartufi a New York; “Fatti valere, rendi famoso il nostro nome e vendi, vendi più che puoi e sconfiggi i nostri concorrenti! I tartufi nel mondo si chiamano Urbani” Ma il riscontro non fu subito favorevole oltreoceano dove i tartufi venivano chiamati ice- cream o chocolate. Ma non c’è destino che sfugge alla volontà di un uomo se essa muove da principi etici, dalla convinzione assoluta della propria idea e dall’amore per il proprio lavoro e per la vita, tanto amore.”

Quindi il Brand Urbani delineò da subito il suo DNA imprenditoriale…

“Esattamente, perché è di questo che un brand ha bisogno prima di tutto, di linee guida sulle quali costruire il proprio carattere comunicativo, continuando poi a reinventarsi costantemente con prodotti che seguano le esigenze in continuo mutamento, con eventi che trasmettano l’emozione di un frutto unico al mondo come il tartufo. E devo riconoscere che negli anni la mia famiglia è stata brava in questo.”

La presenza in Europa ed in America delle diverse sedi e dei prodotti Urbani ha sempre molto fatto parlare di sé ed è ormai consolidata, tutto merito della costanza e lungimiranza delle ultime generazioni delle quali lei ed i suoi cugini siete gli attuali dirigenti.

“È per noi e per i nostri collaboratori motivo di grande soddisfazione sapere che il palazzo “Urbani Truffles” al centro di Manhattan è un orgoglio per tutti i turisti italiani a cui capita di passarci davanti e tutti i grandi chefs di New York la mattina, prima di andare a lavoro, vanno a scegliere il tartufo con le proprie mani, come se d’incanto fosse stato possibile trasportare in America un pezzo della nostra terra, così come nelle altre filiali, a Los Angeles, a Las Vegas, a San Francisco e a Chicago.”

Oltre al grande successo in USA vengono esplorati anche altri mercati con diverse culture gastronomiche: una grande sfida.

“Nella Urbani ci si reinventa sempre e ora è il momento della Cina, degli Emirati Arabi, della Corea e del Qatar, paesi ricchissimi ma che vanno prima educati al gusto della nostra gastronomia, attraverso prodotti che siano già nella cultura di questi popoli. È così che abbiamo creato il Sushi al tartufo, unendo due culture gastronomiche antichissime, quella del cibo giapponese, affermato ovunque, a quella del tartufo. Sottili bastoncini di prelibato tartufo nero che costituiscono l’ingrediente di base di un cibo ormai popolare, danno vita a un gusto incredibile a cui è difficile rinunciare anche per curiosità. Così come la Soia al tartufo, che sta davvero spopolando e viene venduta anche in Italia, ma non solo, il Ketchup al tartufo, prodotto che fa parte di una rivoluzione culinaria fatta di altre delizie: Curry, Mostarda, Chili, salsa Barbecue, sale di Guérande, formaggi spalmabili al tartufo, aceto balsamico al tartufo e a breve, una linea di piatti pronti al tartufo di livello gustativo eccezionale tutte rigorosamente al tartufo, messi a punto con la collaborazione di tecnologi Nestlè.”

Come pensate di riuscire a divulgare questi prodotti a forte caratterizzazione locale in questi paesi così lontani dalla nostra connotazione culinaria?

“È stata fatta una forte campagna promozionale non solo a Shanghai ma anche a Pechino, Hong Kong, Macau e Shenzhen, dove è stata organizzata la rete di vendite in Cina, che vedrà presto anche l’apertura di una filiale Urbani a Shanghai. Tutto bellissimo, anche se il cuore emotivo e strategico resta qui, a Manhattan, senza mai dimenticare le origini.”

E’ stato creato il Museo del Tartufo Urbani in memoria del Cav. Paolo Urbani, suo amatissimo padre, che accoglie visitatori da tutto il mondo.

“Si, l’abbiamo fortemente voluto per ripercorrere e ricordare le nostre origini, il nostro territorio e una storia antica di fatiche e sacrifici; all’ingresso scarabocchiate sui muri, migliaia di firme e dediche di chi vi è stato, citazioni sul tartufo di Shakespeare e una in particolare che spicca sulle altre: “Questo museo è dedicato a chi riesce a rinnovarsi senza dimenticare il proprio passato. Luogo della memoria, più caro e splendido d’ogni altro possesso serba in sé la speranza di volgere la nostalgia del passato in energia positiva per guardare il futuro. Per non dimenticare.”

Ma veniamo ai nostri giorni, alla tecnologia di ultima generazione dell’Accademia del Tartufo Urbani.

“L’Accademia del Tartufo Urbani, nei nostri stabilimenti in Umbria accanto alla casa madre, è un centro tecnologico che abbiamo creato e dedicato alla cultura gastronomica, dove ogni giorno chefs, esperti, giornalisti, scuole, università anche estere, si riuniscono per condividere le loro conoscenze. Sia che si tratti di nuove ricette o nuovi prodotti, nuovi progetti o nuove idee, l’obiettivo resta sempre lo stesso: valorizzare il mondo dei funghi porcini e dei tartufi. Nessun business ha in sé valore senza un apporto artistico e culturale. Ma non solo… abbiamo istituito la “Fondazione Paolo Urbani” per giovani cuochi, la “Urbani Worldwide Travel and Tours” che organizza i Meravigliosi Viaggi nel Mondo del Tartufo, la “Scuola Internazionale del Tartufo” situata nel suggestivo parco protetto della Valnerina sulle rive del fiume Nera, la “ Confraternita del Tartufo che riunisce personaggi famosi all’insegna del buon gusto, le Aste del Tartufo. Tante sedi, tante realtà diverse ma con l’unico intento di far conoscere e promuovere i preziosi frutti della nostra terra.”

I colori istituzionali rimangono da sempre il bianco e il nero, come il colore dei tartufi? È questo il motivo?

“No, non è per il collegamento ai tartufi questa volta. Il bianco è elegante come il silenzio, unica dimensione in cui si compiono le scelte imprenditoriali, è l’attesa dell’inchiostro su un foglio di carta prima di firmare un accordo. Ci piace perché il bianco/nero è una scelta forte, radicale, senza compromessi, come siamo noi. Se qualsiasi altro colore è uno dei tanti, il bianco è la somma di tutte le risposte possibili, come quelle che vorremmo sempre essere in grado di dare ai nostri clienti, è la chiarezza, la luminosità dietro ai prodotti, la sorpresa di un incontro che crea nuove invenzioni, spolvera progetti addormentati, rigenera volontà atrofizzate. Lì, in quel punto di demarcazione tra i due colori, sta l’azienda. Lì sta tutto il nostro mondo. Tra il tempo della nostra vita e lo spazio di un attimo.

Per tutti noi della famiglia questo “mestiere” è stato un incontro profondo che dura anche dopo di noi, incide la memoria, graffia il calendario della vita, rimane indelebile nello sfocarsi progressivo delle emozioni. Cantare sta al silenzio come vivere sta al battito cardiaco e amare sta alle lacrime. Come Urbani sta ai tartufi, dei quali vorremmo essere sinonimo per sempre.”

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