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Giovanni Castellaneta

Gli Stati Uniti non sfuggono al loro destino e tornano a crescere. Scongiurata l’impasse del default tecnico, il Pil è di nuovo in ripresa e il livello occupazionale torna a salire: frutto senz’altro di una politica monetaria espansiva, ma soprattutto di quella resilienza e quella capacità di reagire alle sfide dei tempi che da sempre contraddistinguono questa grande Nazione. L’attualità lo mostra chiaramente. Mentre nuovi Paesi si contendono la scena globale, quella del primato degli Usa resta una vocazione ineludibile. Lo stesso Obama sta imparando a difenderla con forza crescente. Neanche lui, premio Nobel per la Pace e icona di egualitarismo, potrà sottrarsi a quello che scherzosamente chiamo “l’eco di Jefferson”: l’essere portavoce, da un lato, degli ideali tramandati dai padri fondatori; ma l’essere anche baluardo, dall’altro lato, della vocazione di potenza economica e politica globale degli States. Sono d’altronde due facce di una stessa medaglia che continua a rifulgere negli anni. Nei miei anni da Ambasciatore a Washington ho potuto toccare con mano la forza di questa società in continuo movimento, che offre tante possibilità a chi è disposto a mettersi alla prova. Il legame con l’Italia è grande: una relazione storica, forte di una cultura condivisa fatta di apertura ai mercati e improntata all’innovazione, allo sviluppo tecnologico, alla competitività. Le eccellenze del Made in Italy continuano ad ampliarsi in questo mercato in cui, secondo le rilevazioni degli studi di SACE, i nostri prodotti cresceranno a un tasso medio annuo dell’8,9% nel quadriennio 2014-2017. Le economie emergenti sono i nostri mercati del futuro. Offrono quei bacini di opportunità che possono consentire alle nostre imprese più internazionalizzate di controbilanciare gli effetti della crisi dei mercati di riferimento tradizionali. Ma i loro margini di crescita si stanno ridimensionando. Fattori come l’aumento della produttività e il dividendo demografico, che hanno contribuito al raggiungimento di tassi medi di crescita del Pil superiori al 5 per cento nell’ultimo decennio, cominciano inevitabilmente a esaurire la loro forza propulsiva. Al cospetto delle complessità dei contesti operativi di questi mercati di più recente affermazione, dobbiamo sapere valorizzare i nostri partner storici. E gli Usa sono qui: la certezza di un terreno fertile per le imprese che vogliono competere a livello globale.

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Giovanni Castellaneta ha ricoperto, tra gli altri, gli incarichi di Ambasciatore a Washington (dove è stato anche Osservatore Permanente presso l’Organizzazione degli Stati Americani), Teheran, Canberra, di Consigliere Diplomatico del Presidente del Consiglio dei Ministri, e suo Rappresentante Personale (SHERPA) per i Vertici del G-8, Consigliere Diplomatico del Ministro del Tesoro, Portavoce del Ministero degli Affari Esteri, Vice Rappresentante Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali a Ginevra. È stato inoltre responsabile dell’Ufficio per il Coordinamento dell’Attività Internazionale delle Regioni italiane e Coordinatore del programma per la ricostruzione in Albania. Ha ricoperto la carica di Vicepresidente del Gruppo Finmeccanica e in precedenza è stato Presidente del Comitato scientifico della Regione Lazio per le tecnologie innovative e la ricerca avanzata.

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