Editoriale

Armando Varricchio – Ambasciatore d’Italia a Washington

Armando Varricchio nasce a Venezia il 13 giugno del 1961. Conseguita la Maturità Classica presso il Liceo Pigafetta di Vicenza, assolve gli obblighi di leva nell’Arma dei Carabinieri e si laurea a Padova in Scienze Politiche – Indirizzo Internazionale – con 110/110 e lode. Dopo un’esperienza professionale nel settore finanza del Gruppo Marzotto, intraprende la Carriera Diplomatica. Dal maggio 1988 è Secondo Segretario all’Ambasciata a Budapest nella fase storica di dissoluzione del blocco socialista. Dall’ottobre 1992 è Primo Segretario alla Rappresentanza Permanente presso le Comunità Europee a Bruxelles. Coordina le attività dei Consigli Affari Esteri, Ecofin, Giustizia e Affari Interni ed è membro delle delegazioni italiane ai Vertici dei Capi di Stato e di Governo. Dal settembre 1996 è Consigliere presso l’Ufficio Diplomatico del Presidente del Consiglio, ove segue le questioni europee e i rapporti con l’Asia. Nell’ottobre 1998 è nominato Capo di Gabinetto del Ministro per le Politiche Europee. Dal settembre 1999 è Consigliere Diplomatico del Presidente della Commissione Europea e Rappresentante Personale (Sherpa) ai Vertici del G7/G8 di Okinawa, Genova e Kananaskis. Dall’agosto 2002 è Primo Consigliere presso l’Ambasciata a Washington, responsabile per le questioni economiche e commerciali, finanziarie e globali, la cooperazione nel campo scientifico e tecnologico e i rapporti bilaterali nel settore dell’industria aerospaziale e della difesa. Dall’agosto 2006 è Consigliere Diplomatico Aggiunto del Presidente della Repubblica, che assiste in incontri internazionali e visite all’estero. Nel gennaio 2007 è nominato Ministro Plenipotenziario. Dal giugno 2009 è Ambasciatore d’Italia a Belgrado, in una fase di forte intensificazione dei rapporti bilaterali culminata con la firma dell’Accordo sul Partenariato Strategico che istituisce Vertici Intergovernativi tra l’Italia e la Serbia. Nel dicembre 2012 viene nominato Vice Segretario Generale della Farnesina. Dal maggio 2013 è Consigliere Diplomatico del Presidente del Consiglio dei Ministri e Rappresentate personale (sherpa) ai Vertici del G7 di Bruxelles e Elmau e del G20 di Brisbane e Antalja. Da gennaio 2014 ricopre il grado di Ambasciatore. Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della  Repubblica, è insignito di numerose onorificenze di Stati esteri. Dal 7 marzo 2016 è Ambasciatore d’Italia a Washington. Sposato con Micaela Barbagallo, è padre di Federico e Umberto.

Sono particolarmente lieto, dopo alcuni mesi dall’inizio della mia missione alla guida dell’Ambasciata d’Italia negli Stati Uniti, di poter rinnovare il saluto più affettuoso ai connazionali, ai rappresentanti eletti negli Stati Uniti, alla comunità di origine italiana, a quanti si riconoscono idealmente e culturalmente nell’Italia ed a tutti i cittadini di questo grande Paese che ci ospita. Grazie a voi lo storico rapporto tra i nostri popoli è più vivo che mai. L’Italia e gli Stati Uniti sono Paesi che basano la loro forte amicizia e la loro solida alleanza su una profonda comunanza di valori. Condividiamo l’impegno a promuovere un futuro di prosperità e di pace, basato sul rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. A tal fine collaboriamo in maniera strettissima nei campi della sicurezza internazionale, della tutela dei diritti umani e dell’eguaglianza di genere, della promozione della crescita economica, dell’apertura dei mercati e della protezione dell’ambiente e nel sostegno all’azione delle Nazioni Unite. Siamo impegnati fianco a fianco nelle principali aree di crisi: dall’Afghanistan, dove l’Italia è presente con un contingente che opera in una vasta area del Paese, alla coalizione contro ISIL nella quale il nostro Paese svolge sin dall’inizio un ruolo di primissimo piano in particolare nell’addestramento di forze locali e con la protezione della diga di Mosul. Il rapporto tra i nostri due Paesi è, in tutti i campi, di costante consultazione sul piano bilaterale e nei fori internazionali dei quali siamo parte, a cominciare dell’Alleanza Atlantica ed il G7, che l’Italia presiederà il prossimo anno. In questo quadro di eccellenti relazioni svolgono un ruolo centrale i rapporti economici e commerciali. Non si tratta solo del commercio di beni e servizi, ma di una vera e propria condivisione di cultura, tecnologie ed innovazione e di reciproci investimenti che rendono più forti i rispettivi tessuti industriali. L’ottimo andamento delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti è la più palese e diretta testimonianza del grande apprezzamento che l’America da sempre riserva a tutto quello che è Made in Italy. La storica alleanza tra nostri Paesi si rinnova ogni giorno e si arricchisce di sempre nuovi contenuti nei campi della cultura e dell’innovazione e nei settori tecnologicamente più avanzati. Basti pensare al consistente contributo che l’Italia ha dato e continua a dare alle missioni spaziali per capire quanto il nostro Paese sia considerato come avanguardia a tutti i livelli. La lingua italiana rappresenta uno strumento straordinario per promuovere la conoscenza del nostro ineguagliato patrimonio culturale e di quanto di più nuovo accade in un Paese proiettato verso il futuro. La sua promozione negli USA è una delle principali priorità dell’Ambasciata e della nostra rete consolare anche per soddisfare una sempre crescente domanda di italiano proveniente non solo dai nostri connazionali, ma anche dagli Americani e cittadini di altre nazionalità. In tale contesto, vorrei ricordare la grande attenzione che dedichiamo – anche attraverso l’Osservatorio Nazionale della Lingua Italiana presso l’Ambasciata e gli Osservatori Locali presso i Consolati – alla diffusione del programma di Advanced Placement (AP) di italiano; alla stipula di Intese con le autorità scolastiche americane che prevedano l’insegnamento dell’italiano, in modo integrato e continuativo nel curricolo, dalle scuole elementari alle medie e superiori; alle iniziative di formazione e aggiornamento per i docenti. Le collettività italiana e italo-americana hanno da sempre rappresentato una ricchezza. Gli italiani e gli italo-americani negli USA hanno, infatti, assicurato un significativo contributo ai rapporti bilaterali, così come allo sviluppo ed alla crescita degli Stati Uniti. Sono oltre 250.000 i cittadini iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE). Accanto agli Italiani di “prima generazione” giunti negli USA nelle diverse “ondate” del secolo scorso, i flussi di più recente immigrazione sono costituiti, in gran parte, da giovani molto qualificati in possesso di titoli di studio universitari e superiori. Tra questi, imprenditori che investono negli USA; economisti presso le Istituzioni Finanziarie Internazionali (come FMI, Banca Mondiale e Banca Interamericana di Sviluppo) e la Federal Reserve degli USA; scienziati, professori e ricercatori presso le numerose Università, i think tanks e i prestigiosi centri, come il “National Institutes of Health” e la NASA. L’Italia è un Paese con un’identità culturale antica e molto forte anche in questo Paese così moderno che ci ospita. La nostra cultura è la nostra essenza e nel contempo la nostra opportunità. Il nostro Ufficio Culturale e gli Istituti Italiani di Cultura svolgono un ruolo fondamentale nel cogliere questa opportunità. La musica, l’arte e la moda sono la rappresentazione dell’essenza creativa dell’essere italiani nel mondo. Il 2016 vede l’Italia come Presidente di turno di EUNIC (European Union National Institutes of Culture) e il tema che abbiamo proposto è la protezione del patrimonio culturale mondiale, anche attraverso l’innovazione tecnologica. Un’Italia davvero all’avanguardia. È per me un grande onore servire il mio Paese negli Stati Uniti. Insieme a tutti i miei collaboratori e alla rete consolare non lesinerò gli sforzi per contribuire all’ulteriore rafforzamento dei nostri storici legami. La mia missione sarà resa certamente più facile se tutti voi mi sarete compagni di strada con il vostro sostegno.

Comments are closed.

0 %