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Grana Padano

Se c’è un luogo dove il Grana Padano è uno dei must del Made in Italy, quello è New York. È proprio dalla “Grande Mela” che trent’anni fa ha avuto inizio il grande piano di internazionalizzazione del Consorzio Tutela Grana Padano. Molto prima di altri, infatti, il Consorzio Tutela Grana Padano ha compreso la centralità di una città come New York, luogo ideale per comunicare il Made in Italy a livello mondiale. Sempre a New York da 62 anni a questa parte, si svolge il Fancy Food, il salone enogastronomico più importante degli USA e ritenuto oggi dagli addetti ai lavori il più importante al mondo. È inutile dire che lo spazio occupato dal Consorzio Tutela Grana Padano al Jacob Javits Center, sede della fiera, è uno dei piu visitati. Il Consorzio Tutela Grana Padano rappresenta oltre 130 caseifici, distribuiti nella zona tipica composta da Lombardia, Veneto, Piemonte, la provincia di Piacenza in Emilia, e dove si trasforma il 25% di latte prodotto in Italia. Benvenuta Italia in questa edizione ha avuto l’opportunità ed il piacere di incontrare e intervistare il Presidente del Consorzio Nicola Cesare Baldrighi. Baldrighi, una laurea in Scienze Agrarie presso la Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica, è uno dei massimi esperti del settore food in Italia.

Presidente Baldrighi, quali sono le linee guida del Consorzio Tutela Grana Padano in un mercato ipercompetitivo come gli Stati Uniti d’America?
Gli Stati Uniti rappresentano per noi il secondo mercato di esportazione e gli studi di mercato ci dicono che esistono ancora margini di crescita molto ampi. Quindi questo mercato resta strategico per il Consorzio Tutela Grana Padano. Il nostro lavoro si muove su due binari. Il primo riguarda la comunicazione, che dovrà essere mirata e dedicata agli operatori del settore. Un esempio per tutti l’attività all’alta cucina, che per noi rappresenta un veicolo di diffusione di cultura e formazione importantissimo, e all’approccio con i grandi Chef. Noi abbiamo un rapporto stretto con la famiglia Bastianich, con Lidia e Joe. Grazie al loro straordinario contributo, abbiamo due grandi testimonial del nostro prodotto. Il secondo binario riguarda le nostre azioni di comunicazione dedicate direttamente ai consumatori, attraverso il mondo della distribuzione, con presentazioni e degustazioni fatte direttamente presso i supermercati.

In quali aree degli Stati Uniti d’America vede maggiori spazi di crescita per Grana Padano?
La distribuzione non è omogenea. Vi sono aree come quella di New York dove il prodotto è altamente fruibile e poi ci sono aree dove dobbiamo crescere sia in termini di comunicazione, di educational e di presenza del prodotto sullo scaffale. La difficoltà di intervenire su questo mercato è innanzitutto dipendente dalla vastità del territorio e dal carattere molto variegato del mercato Nord Americano e lavoriamo quindi ad una comunicazione mirata per aree geografiche. Si tratta di investimenti molto costosi e dispendiosi, ma essenziali per essere efficaci e raggiungere i target prefissi. Come Consorzio tendiamo a promuovere sia l’aspetto istituzionale, che l’aspetto meramente commerciale, quindi far entrare più possibile in contatto il consumatore con il prodotto.

Vedremo mai negli USA dei punti di Ristoro a marchio “Consorzio Tutela Grana Padano”?
Occorre puntualizzare che il Consorzio Tutela Grana Padano non ha un’attività commerciale propria. Noi svolgiamo per conto degli associati due funzioni rilevanti. Da un lato il controllo qualità, che si fa nei caseifici e prevede innanzitutto la verifica delle materie prime, della lavorazione secondo le regole del Disciplinare di produzione e della corretta presentazione del prodotto, con attenzione a quello destinato ad essere venduto al di fuori dell’Italia. La seconda delle azioni, che rappresenta i due terzi del budget del consorzio, riguarda la comunicazione del prodotto. Attualmente un progetto che veda dei punti ristoro brandizzati lo ritengo prematuro.

Dopo tanti anni di comunicazione dedicata al mercato americano, ci dice come sta il Made in Italy negli USA?
Il Made in Italy negli USA sta bene, ma occorre fare una precisazione. Una delle principali attività di tutti quanti operano in questo settore è far comprendere al consumatore americano la differenza tra il vero prodotto italiano e il cosidetto prodotto Italian Sounding, cioè il prodotto che suona italiano ma non lo è! È questa la grande sfida. Attenzione, però. Con questo nessuno vuole discutere la legittimità di chi opera in questo segmento. Occorre solo far comprendere al consumatore Americano che si tratta di un altro prodotto, un prodotto diverso, un prodotto NON italiano! E molto spesso questa distinzione non è affatto chiara. E poi occorre informare molto di più il consumatore, che ha tutta la voglia di conoscere e approfondire i tantissimi temi e punti di forza dei prodotti autentici italiani, come la qualità, la provenienza, le proprietà nutrizionali e le modalità di utilizzo dei nostri prodotti. Portare alla conoscenza del consumatore americano le caratteristiche nutrizionali e di salubrità del Grana Padano è attualmente una delle nostre più grandi sfide. Ad esempio lo scorso maggio a New York, il Consorzio Tutela Grana Padano è stato protagonist al Congresso Mondiale dell’Ipertensione. In quell’occasione, l’Unità Operativa di Ipertensione dell’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, guidata dal Dr. Giuseppe Crippa, e l’Istituto di Scienze degli Alimenti della Nutrizione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, hanno presentato uno studio nel quale hanno dimostrato che il consumo costante per almeno due mesi di 30 grammi al giorno di Grana Padano 12 mesi, la media stagionatura, riduce significativamente la pressione alta. Una ricerca straordinaria che dimostra quanto sia buono e salutare mangiare italiano. Mangiate Grana Padano!

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