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Anna Magnani

Ci sono attrici, ci sono dive. E poi ci sono dive la cui personalità e bellezza stravolgono tutti i canoni e i clichés. Questa è Anna Magnani. Protagonista di un recente festival al Lincoln Center di New York con una retrospettiva dei film in cui ha recitato l’attrice. Da Roberto Rossellini, Roma città aperta (1945), Pier Paolo Pasolini, Mamma Roma (1962); Mario Monicelli, Risate di gioia (1960), Luchino Visconti, Bellissima (1951). Nel 1956 vince l’Oscar per il film di Daniel Mann, La rosa tatuata, (The Rose Tattoo). Questo è il primo Oscar attribuito a un’attrice italiana. “Bellissima” insieme a “Roma” sembrano essere le due parole che come micro universi la definiscono. La sua ultima apparizione risale a Roma, il film di Federico Fellini del 1972. Un anno dopo Anna Magnani si spegne nella sua città. Questo il dialogo in cui Federico Fellini segue l’attrice con la sua camera:

Fellini: «Questa signora che rientra a casa, costeggiando il muro dell’antico palazzetto patrizio, è un’attrice romana, Anna Magnani, che potrebbe essere anche un po’ il simbolo della città».
Magnani: «Che so’ io?»
Fellini: «Una Roma vista lupa e vestale, aristocratica e stracciona, tetra, buffonesca, potrei continuare fino a domattina».
Magnaini: «A Federì, va a dormire và».
Fellini: «Posso farti una domanda?»
Magnani: «No, non me fido. Ciao! Buonanotte!»

Non poteva esserci testamento migliore alla verve e genialità di due personaggi come Magnani e Fellini.

Anna Magnani rappresenta un tipo di bellezza e di stile che continua a parlare alla nostra contemporaneità, con o senza trucco, con vestiti modesti o con i tacchi a spillo e scollature sexy, la sua bellezza e sensualità sono autentiche. I suoi capelli non del tutto a posto o pettinati come la classica signora borghese, oppure il suo look di donna mediterranea non corrispondono a quello della tipica maggiorata alla Sophia Loren e Gina Lollobrigida che imperavano all’epoca della Magnani come icone sexy. Queste bellezze parlano una lingua diversa. Il suo sguardo intenso e quello chic strapazzato sono incredibilmente moderni. Come anche quegli abiti che con la loro semplicità insieme modesti e classici possono ricordare alcune sperimentazioni e incursioni vintage di Antonio Marras. Mi meraviglio che il designer sardo non abbia ancora pensato ad Anna Magnani come una delle donne ispiratrici delle sue straordinarie collezioni ricche di rimandi alla cultura, all’arte e alla storia. Anna Magnani frequentava le sartorie romane di Fernanda Gattinoni e di Emilio Schuberth durante gli anni della Dolce Vita. Sia nelle foto di scena che in quelle scattate durante le sue pubbliche apparizioni, resta intatta la sua verve e il suo spirito ribelle e tormentato. Alcune fotografie ce ne ricordano alcuni momenti e ce la riconsegnano a tutto tondo la sua umanità, bellezza e poesia.

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