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L’Arte Nascosta

New York: la città che non dorme mai, un portale che apre verso l’opportunità, un posto dove i sogni si realizzano e le strade sono pavimentate d’oro. Quelli che hanno la fortuna di definire questa città casa loro sono a conoscenza di una sorta di energia che è l’invidia di tutto il mondo. Tanto è vero che nella confusione dei tanti taxi che corrono per le strade e le migliaia di luci che risplendono sul cielo della notte è facile dimenticarsi di guardare oltre i confini di questa piccola isola. Ci dimentichiamo che esiste a questo mondo una sorta di energia diversa, temperata, ma profondamente connessa al “vecchio modo” e ugualmente capace di riempire il cuore di gioia.
Questa sorta di energia è speciale ed io ho avuto modo di conoscerla per la prima volta quando studiavo a Firenze e mi ero perso per strada andando al campus della New York University, fenomeno che capita spesso quando sono costretto a navigare al di fuori la griglia di Manhattan. Mi sono trovato in via Ferdinando Zanetti e ho scoperto per caso la bottega orefice di Paolo Penko: a parte un’aura sopra il banco dove Paolo si era curvato per vedere meglio l’anello che stava incidendo per un cliente, dentro era tutto buio. Seppure la prima volta di esservi passato, la bottega mi era famigliare. Mi sono permesso di fare qualche domanda a Paolo mentre lavorava. Era entusiasta di condividere storie degli anni che ha passato perfezionando il suo mestiere, svolgendo ricerche per imparare meglio le antiche tecniche dell’oreficeria fiorentina del Rinascimento, e delle tantissime commissioni che ha ricevuto da personaggi importanti come il Papa e tanti altri dignitari. I suoi occhi luccicavano mentre parlava: orgoglio e passione. Ho percepito che il ritmo nella bottega di Paolo era decisamente meno veloce di quello che era il mio abitudine newyorkese; mi ha affascinato. Le maniere di Paolo, il modo in cui manipolava oro e argento per creare un capolavoro dopo l’altro, la sua bottega che sembrava di trasportarti in un luogo lontano nella storia l’energia che si respirava in quel posto era contagiosa. Era unica a qualcuno che lavora con le mani e che, quando c’è stata la possibilità di scegliere tra un lavoro svolto in maniera “facile” e un lavoro “ben fatto,” ha scelto di fare un lavoro “ben fatto” ogni singolo giorno degli ultimi trent’anni. Non so se Paolo se ne era reso conto, ma ha provocato in me un desiderio di scoprire più personaggi che esibivano i suoi stessi tratti: artigiani che vivono una vita meno incasinata. Talenti che sono connessi tra di loro da una ricerca incessante della perfezione del loro mestiere che, una volta raggiunta, gli guadagna un posto a tavola nel pantheon di talenti che hanno reso l’Italia il capitale mondiale della creatività.
Io definisco questi tratti, “L’Arte Nascosta”. Anche se New York è ampiamente piena dei propri tesori nascosti, io interpreto “L’Arte Nascosta” come un invito a mettere da parte i nostri report di Microsoft Excel e i “Key Performance Indicators” in modo da tornare alle basi: le nostre mani, materie prime, ritmi di lavoro organici e sostenibili, e la scelta di fare un lavoro “ben fatto” giorno dopo giorno. Avendo passato un anno girando la penisola italiana, scoprendo “L’Arte Nascosta,” e conoscendo più artigiani di quanto potrei contare, sono più motivato che mai a connettere il loro mondo antico con il nostro. Per come lo vedo io, in una città come New York che ha già tanto da offrire, un richiamo per vedere oltre ciò che ci distrae per cogliere meglio un’energia diversa, ma indubbiamente sana, può essere solo un arricchimento. Salvatore Ambrosino è fondatore di L’Arte Nascosta (www.lartenascosta.com), un progetto di ricerca online (che si trasformerà presto in e-commerce) che condivide le storie di artigiani italiani. Attraverso l’artigianato artistico, L’Arte Nascosta parla del lifestyle ed eleganza italiana.

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