Stacca il tempo da quando aveva quattro anni. Gianluca Pellerito, sedici anni, è già una stella del jazz internazionale, da Peter Erskine a Alex Acuña a Emil Richard definiscono Gianluca una eccezionale realtà del jazz del terzo millennio.
Gianluca ha suonato con tutti questi grandi e con tanti altri, ha duettato, riso, suonato e si è emozionato da quando a 8 anni per la prima volta è salito sul palco dell’Umbria Jazz come componente dell’ensemble della Berklee Summer School, grazie alla quale ha avuto l’opportunità di entrare nel circuito di quella che è ritenuta la più autorevole ed importante scuola di musica del mondo.
Oggi Gianluca, con alle spalle 2 prestigiose tournée negli Stati Uniti, con una data esclusiva al Kennedy Center di Washington, il più giovane italiano di sempre ad avere una data da band leader in uno dei palchi più esclusivi del mondo, per di più invitato da William Kennedy, esponente della prestigiosa dinastia americana, un sold out al Blue Note di Milano lo scorso inverno, e un cd appena uscito che lo ha visto protagonista insieme a Peter Erskine, Alex Acuña e l’Orchestra della Fondazione The Brass Group, è sereno e felice come sempre, musica, scuola, amici e pc i suoi principali interessi.
Lo abbiamo incontrato per conoscere le sensazioni a pochi giorni dal concerto che lo vedrà protagonista con il suo quartet del London Jazz Party al 39 di Belgrave Square, prestigiosa sede dell’Italian Cultural Institute.
Gianluca, il 27 Gennaio esordirai a Londra, a 16 anni avrai una data a tuo nome in uno dei templi della musica mondiale. Cosa provi?
“Sono abbastanza emozionato, ma altrettanto felice di far sentire la mia musica ad una platea tra le più competenti del mondo. Io dico sempre che il mio modo di fare musica nasce dalla voglia di divertirmi, sono un ragazzo che vive le sensazioni tipiche della mia età: nel mio progetto “Jazz My Way” miscelo dal jazz, al funk, al latin, il groove, il sound, la voglia di condividere il palco con i miei amici musicisti, è la cosa che mi elettrizza di più. E poi mi piace guardare i volti del pubblico che si diverte, è fantastico!”
È appena uscito il tuo primo cd “Three Drums Show”, una produzione della Fondazione The Brass Group che ti ha visto protagonista con due mostri sacri della batteria, Peter Erskine ed Alex Acuña, insieme alla grande Orchestra della Fondazione The Brass Group. Niente male come prima uscita discografica!
“Sì, sono d’accordo. È stata l’esperienza più bella della mia vita, provare, suonare ed incidere un cd con questi grandi maestri, che mi hanno accolto con calore, affetto e grande simpatia. Il cd è un insieme di culture musicali, dallo swing, al latin a pezzi tipici da grande Big Band. Quando lo ascolto dico: “Che Bello!”.
Hai iniziato a calcare i palchi da quando avevi 8 anni, adesso ne hai 16. Sono già 8 anni di esperienza, un veterano!
“Non mi sento affatto un veterano, in questi 8 anni ho avuto la fortuna di conoscere tantissimi grandi musicisti, ho imparato da loro, ho chiesto consigli, ho studiato con loro, questo mi ha permesso di crescere sia caratterialmente che musicalmente. In questi anni ho ascoltato vari stili e vari modi di interpretare la musica e ne ho fatto tesoro.”
I tuoi progetti musicali spaziano da un quartet ad un sextet, fino ad un progetto che addirittura prevede l’impiego di un’orchestra. Perché queste tre soluzioni musicali?
“Sì è vero, i miei progetti musicali sono i Gianluca Pellerito Latin Quartet, i Gianluca Pellerito and Friends che è un sextet e infine il progetto che mi vede suonare con orchestra. Il bello di queste tre formazioni è che con ognuna di essa riesco a vivere emozioni diverse: il sound tipicamente jazz con influenze latine che riesce a creare il mio latin quartet mi emoziona e mi rende davvero entusiasta ogni volta che faccio un concerto con questa formazione, composta da piano, basso, percussioni e batteria.
Con i Gianluca Pellerito and Friends le sonorità sono più jazz funky e la presenza dei fiati e della chitarra elettrica dà un groove davvero particolare. Con questa formazione mi piace dare una chiave di lettura moderna ed energica agli standard classici, da Summertime a Spain, da Caravan a Take five e ad altri grandi classici della musica jazz.
Con l’Orchestra poi è tutto un sogno, penso che per un musicista eseguire i brani da Big Band sia davvero il massimo, e poi per un batterista ancora di più; Peter Erskine mi ha detto una volta che il batterista di un’Orchestra Jazz è come l’autista di un autotreno, deve essere cosciente di essere alla guida di un gigante delle quattro ruote, dove ogni minimo errore può costare una sbandata! Suonare con Orchestra abitua alla concentrazione ed all’interazione con gli altri, io ho avuto fortuna ad esordire nel mio primo grande concerto con l’Orchestra della Fondazione The Brass Group, che mi ha dato una grande opportunità per formarmi e farmi crescere.”
Se dovessi scegliere dove vivere da adulto dove vivresti
“Non mi pongo questo problema, io andrò sempre dove ci sarà la possibilità di suonare e vivere la musica con felicità e semplicità. Certo Londra, New York, Washington, Los Angeles, Parigi, Milano, Roma e la mia Palermo sono le mie città preferite, ed io prendo con piacere l’aereo, quindi di certo non me le farò mancare.”
Jo Skinrite