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Anno della Cultura Italiana

Da Torino a Washington. Dalla Biblioteca Reale, al National Air and Space Museum dello Smithsonian, il “tempio” americano dell’aeronautica, dello spazio e della storia dell’aviazione. Difficile trovare un approdo più prestigioso ed indovinato per il “Codice sul volo degli uccelli”, il capolavoro dell’ingegno di Leonardo da Vinci, uno dei grandi tesori di casa nostra raramente ammirato oltre i confini nazionali. Eppure lo storico documento che, in pieno Rinascimento, aprì la strada al volo artificiale dell’uomo, dopo una lunga assenza Oltreoceano, ha appena compiuto il viaggio di ritorno negli States. Ed è stato l’Anno della Cultura Italiana negli Usa, la manifestazione della Farnesina per promuovere negli Stati Uniti le eccellenze italiane di oggi e di ieri, a fornire ancora una volta sia l’occasione che la vetrina ideale per una nuova mostra sul genio italiano. Arte e genio che si coniugano a perfezione in quello che non a torto è considerato “il più famoso quaderno del mondo”: 18 pagine di disegni e annotazioni sul volo meccanico, sul comportamento e sul volo degli uccelli, scritte nel tipico stile “a specchio” di Leonardo, tra il 1505 e il 1507. Ancora prima della vernice ufficiale, lo scorso 12 settembre, la mostra del Codice leonardesco era stata salutata come uno degli eventi espositivi americani più importanti del 2013, al pari del ritorno del David-Apollo di Michelagelo alla National Gallery of Arts, del debutto assoluto del “Pugilatore a Risposo” al MET di New York e di quello, altrettanto atteso ed applaudito, della “Madonna di Senigallia” di Piero della Francesca al MFA di Boston. Poter ospitare il nuovo allestimento è “un grande privilegio”, aveva infatti sottolineato il Generale Jack Daley, direttore del National Air and Space Museum, annunciando la mostra-evento. Parole che ha ripetuto il giorno dell’inaugurazione, intervenendo in una sala gremita di Vip, il tipico parterre delle grandi occasioni washingtoniane, presenziate dalle autorità e dalla stampa internazionale. “Questa mostra straordinaria ci consente di ripercorrere la storia del volo condividendo le scoperte di un genio che trascende il tempo, dal 16mo secolo fino alle icone dell’aeronautica e dell’esplorazione di oggi”. Ad approfittare di questa “opportunità unica” sarà presumibilmente un numero impressionante di persone, tra americani e turisti: con otto milioni di presenze nel 2012, l’intero complesso del National Air and Space Museum dello Smithsonian, l’anno scorso è stato infatti il museo più visitato degli Stati Uniti e il terzo museo più visitato al mondo. Tra i primissimi a dare un benvenuto entusiastico al Codice, l’Ambasciatore Italiano negli Usa Claudio Bisogniero, lui stesso grande appassionato di volo e di aerei. “Leonardo è il simbolo per eccellenza della grande eredità scientifica e tecnologica che l’Italia ha lasciato nel mondo”. “Il suo Codice ha proseguito rivolgendosi al pubblico dell’Air and Space Museum è probabilmente il testimone più efficace del legame tra tecnologia e arte”. Una sintesi autentica del rapporto tra creatività, arte e innovazione che è anche il filo conduttore di tutta la kermesse culturale del 2013. In questo senso, non può sfuggire il significato più profondo di questa mostra. “Portarlo a Washington nel 2013, mentre celebriamo l’Anno della Cultura Italiana e i Cinquant’anni di collaborazione tra Italia e Stati Uniti nello spazio, cioè tra Agenzia Spaziale Italiana e Nasa, significa evidenzia ancora Bisogniero – far dialogare Rinascimento e modernità, tradizione e innovazione”. Non a caso poi il primissimo pioniere del volo nella storia, Leonardo, ritorna negli Usa mentre l’uomo, ancora una volta, sta per raggiungere nuovi entusiasmanti traguardi nello spazio, che sono il primo passo verso l’avvio del cosiddetto turismo spaziale. “Con questa iniziativa – spiega l’Ambasciatore a Benvenuta Italia – abbiamo voluto anche marcare il grande momento che sta vivendo il nostro Paese con uno dei suoi scienziati, l’astronauta Luca Parmitano, in missione sulla Stazione Spaziale Internazionale”. Stazione di cui peraltro buona parte delle componenti, come quelle pressurizzate, sono state concepite, perfezionate e messe a punto nel nostro Paese. Al National Air and Space Museum l’Ambasciatore ha voluto anche rendere un omaggio agli Stati Uniti, il paese che sta celebrando il genio di Leonardo e che, dopo averne raccolto l’eredità, detiene saldamente la leadership mondiale dell’innovazione tecnologica. L’ha fatto indossando durante il suo intervento in sala i Google Glass, gli straordinari occhiali ipertecnologici, i migliori testimoni contemporanei di quell’idea di progresso di cui proprio Leonardo, con la sua vita e le sue opere, si è fatto interprete. “Ispirati anche da Leonardo – ha sottolineato – stiamo trovando nuovi modi per dialogare con il pubblico e per fare conoscere il meglio la cultura italiana, cercando di essere innovativi in tutti i settori”. Come? Per esempio stabilendo un filo diretto tra la Stazione Spaziale Internazionale e il National Air and Space Museum. Ed è così che di fronte a una platea incredula, nel giorno dell’inaugurazione dell’expo-evento, è stato il messaggio videoregistrato di Luca Parmitano, sospeso in aria e con il logo dell’Anno alle sue spalle, a ricordare come il Bel Paese vanti eccellenze e competenze in molti settori di punta e come la manifestazione del Ministero degli Esteri punti anche a metterle finalmente in risalto. Negli Usa e nel mondo.

Durante la sua permanenza al museo, fino al 22 ottobre, il Codice – un documento fragilissimo di dimensioni di poco inferiori al classico formato A4 – sarà in mostra in una cassa appositamente progettata e protetta, situata nella galleria The Wright Brothers & the Invention of the Age, l’esposizione permanente la cui punta di diamante, fino all’arrivo di Leonardo, è sempre stata il celebre Flyer di Wilbur Wright, il primo aereo a motore funzionante al mondo. Per quaranta giorni, cioè per tutta la durata dell’esposizione, due opere geniali come il Codice e il Wright Flyer condivideranno lo stesso spazio, “dialogando” attraverso i secoli, come mai prima era avvenuto. Il contrappunto tra presente e passato e anche il leit-motiv dell’allestimento della mostra, tesa a mettere in risalto come i primi studi di Leonardo abbiano influito e in certi casi condizionato le innovazioni tecnologiche nel campo dell’aeronautica fino ai nostri giorni. Come ha infatti evidenziato Peter Jakab, curatore del museo e dell’esposizione, “Leonardo pur avendo vissuto cinque secoli fa, aveva già una visione chiara di quello che sarebbe stato il mondo moderno”. Sospeso nel vasto atrio che precede l’ingresso della galleria, campeggia un modello di ornitottero, un esempio di macchina volante a superficie alare battente che riproduce fedelmente il primo disegno di ornitottero eseguito da Leonardo e contenuto in una delle pagine del suo Codice. Si tratta probabilmente del più antico tentativo di progettare un oggetto volante più pesante dell’aria, con un complesso meccanismo che riproduceva le ali dell’uccello. Il modello naturale, a dimensione intera e direttamente ispirato a quello progettato da Leonardo, è stato costruito da “Opera Laboratori Fiorentini” ed è stato prestato eccezionalmente al museo di Washington, per l’allestimento della mostra, da Finmeccanica. Ancora, il percorso espositivo offre ai visitatori una serie di postazioni interattive grazie le quali sarà possibile sfogliare virtualmente le diciotto pagine del Codice e apprendere come, secoli prima che i velivoli fossero inventati, i semi delle idee che avrebbero portato al volo a motore avevano germogliato nella mente di Leonardo. La capacità di visione, il genio assoluto del Da Vinci assieme alla rocambolesca storia del Codice stesso (trafugato più volte prima di esser definitivamente restituito all’Italia, nel 1983) sono anche i protagonisti de “Il Volo di Leonardo”, il video realizzato appositamente per l’evento dalla giornalista Silvia Rosa-Brusin della Rai, media partner dell’Anno della Cultura Italiana negli Usa. La mostra è organizzata dal National Air and Space Museum dello Smithsonian, dal Ministero degli Affari Esteri italiano, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dall’Ambasciata d’Italia a Washington, ma non sarebbe stata possibile senza il prestito dell’opera, eccezionalmente concesso dalla Biblioteca Reale di Torino. Un prestito che riempie d’orgoglio il direttore dell’Istituzione museografica torinese, Giovanni Saccani, nonostante i recenti dibattiti sui rischi connessi col trasporto di opere così preziose. “Lo Smithsonian ha dato tutte le garanzie richieste per mantenere il Codice in condizioni ottimali”, ha assicurato con la soddisfazione di chi ha appena portato a termine una grande impresa. Non gli si può dar torto: il Codice sul Volo degli Uccelli di Leonardo è felicemente atterrato nel solo museo al mondo dove tutto rievoca l’enorme eredità che la sua opera ha lasciato ai posteri.

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