È da febbraio che New York si sveglia con un “Rumore Tutto Italiano” è il rumore che giunge dal numero 1071 della Fifth Avenue, sede del Guggenheim Museum, è il rumore del Futurismo. “RUMORE”, vocabolo tanto caro a Luigi Russolo estensore de “L’ARTE DEI RUMORI: MANIFESTO FUTURISTA”, dove Rumore è: suono, musica, passione, vita, armonia, progresso, è il simbolo del Futurismo. Il Solomon R. Guggenheim Museum, dal 21 febbraio al 1° settembre 2014, presenta “Futurismo italiano, 1909-1944: Ricostruire l’Universo”, la prima panoramica completa negli Stati Uniti di uno dei più importanti movimenti d’avanguardia del XX secolo in Europa. Con oltre 360 opere di oltre 80 artisti, architetti, designer, fotografi e scrittori, questa mostra multidisciplinare esamina l’intera gamma storica del Futurismo, dal suo inizio nel 1909 con la pubblicazione del primo manifesto futurista di Filippo Tommaso Marinetti fino alla sua scomparsa alla fine della seconda guerra mondiale. La mostra comprende molte opere raramente viste, alcune delle quali non hanno mai viaggiato fuori dall’Italia. Essa comprende non solo la pittura e la scultura, ma anche pubblicità, architettura, ceramica, design, moda, cinema, forma libera, poesia, fotografia, performance, pubblicazioni, musica e teatro di questo movimento dinamico e spesso polemico che ha sostenuto la modernità e l’insurrezione. Una straordinaria rassegna sul Futurismo Italiano che dal mese di febbraio sta invadendo e contaminando, con la sua forza senza tempo, le strade di Manhattan. Il freddo e la pioggia che hanno accompagnato questo inverno newyorkese – il più freddo degli ultimi 100 anni – non pare impensierire chi sta fuori ore pur di entrare per riuscire ad ammirare “il colore, le forme, l’arte del Nuovo, il Nuovo Italiano”. Una rassegna con tanti significati, dove parole come ottimismo, progresso, libertà, azione e passione si trovano cariche di raffigurazioni visive, e più si salgono le spirali del museo e più forte è l’urlo dell’avanguardia italiana, tanto amata da Peggy Guggenheim. Futurismo e Calvinismo, per molti il binomio del progresso e del successo dell’occidente, per molti essenza e caposaldo del sogno Americano. La mostra è organizzata da Vivien Greene, Senior Curator, arte del XIX e inizio XX secolo, Solomon R. Guggenheim Museum. Un comitato consultivo internazionale composto da eminenti studiosi di molte discipline fornisce esperienza e guida nella preparazione di questa esplorazione approfondita del movimento futurista, una grande espressione modernista per molti versi ancora poco conosciuta tra il pubblico americano. La mostra è resa possibile grazie alla Lavazza, main sponsor dell’evento. Supporto è fornito in parte da National Endowment for the Arts e dalla Fondazione David Berg, con un finanziamento aggiuntivo della Fondazione Giulietta Lea Hillman Simonds, della Fondazione Robert Lehman e del Consiglio dello Stato di New York sulle Arti. Il Comitato Leadership del “Futurismo italiano, 1909-1944: Ricostruire l’Universo” è anche riconoscente: per la sua generosità alla Fondazione di beneficienza Hansjörg Wyss; a Stefano e Carole Acunto; a Giancarla e Luciano Berti; a Ginevra Caltagirone; all’Archivio Massimo e Sonia Cirulli; a Daniela Memmo d’Amelio; ad Achim Moeller, Moeller Fine Art; a Pellegrini Legacy Trust e ad Alberto e Gioietta Vitale. Questa mostra è anche supportata da un indennizzo da parte del Consiglio Federale per le Arti e le Lettere.
La Fondazione Solomon R. Guggenheim
Fondata nel 1937, la Fondazione Solomon R. Guggenheim è dedicata a promuovere e incentivare la comprensione e l’apprezzamento dell’arte, soprattutto dei periodi moderno e contemporaneo, attraverso mostre, programmi educativi, iniziative di ricerca e pubblicazioni. La rete Guggenheim, che ha avuto inizio nel 1970 quando al Museo Solomon R. Guggenheim di New York si è aggiunta la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, da allora si è estesa per includere il Museo Guggenheim di Bilbao (apertura 1997) e il Guggenheim Abu Dhabi (attualmente in fase di sviluppo). Guardando al futuro, la Fondazione Guggenheim continua a stringere collaborazioni internazionali che riguardano l’arte contemporanea, l’architettura e il design oltre le mura del museo. Maggiori informazioni sulla fondazione possono essere trovate su guggenheim.org.