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Will Smith: I LOVE ITALY

Come nasce un’opera d’arte? È solo estro creativo o, piuttosto, è frutto di un attento studio che mette insieme ispirazione, tecnica e ricerca, per poi sfociare nella realizzazione concreta? Una vera e propria “gestazione”, come quella che ci racconta Marco Gallotta, artista italiano trapiantato a New York, che ha realizzato il ritratto di Will Smith pubblicato in copertina: il risultato di tanti incontri, di spunti di riflessione e momenti di confronto tra l’attore e l’autore di straordinari paper cut.

New York

New York è una grande fonte di ispirazione per la mia arte. New York è la piattaforma ideale per l’espressione artistica in tutto il mondo, un luogo raro dove la creatività dei vasti movimenti culturali converge, creando sinergie ma anche stimolando i singoli percorsi. New York è incredibile, ed essere un artista in questa città significa ottenere opportunità ultrasoddisfacenti, come quando recentemente mi è stato chiesto di creare un’opera per l’attore Will Smith.

L’incontro

La prima volta che ho incontrato Will Smith è stato nel 2007, durante le riprese del film “Io sono leggenda”. Durante una delle pause, un membro del suo staff mi ha fatto conoscere l’attore dicendogli che ero un artista italiano che viveva a New York. Le sue prime parole sono state: «Io amo l’Italia», e poi ha continuato dicendo: «Mi ricorderò di guardare i tuoi lavori, infatti ti chiamerò “uomo del Rinascimento”, e non mi dimenticherò di sicuro di te». Pochi mesi dopo, sono stato invitato alla prima di “Io sono leggenda”, dove ho avuto l’opportunità di reincontrarlo. In tale occasione, l’attore mi ha detto che aveva visto i miei lavori e che un giorno avrebbe voluto discutere con me di arte. Dopo otto anni e numerosi incontri, ho creato un pezzo speciale per lui. Nel 2015, in un gelido giorno di gennaio, sono stato invitato sul set di una delle sue produzioni più recenti per mostrargli un ritratto. Sei mesi prima avevo ricevuto una chiamata da un membro del suo staff. L’attore stava affrontando un ruolo molto impegnativo e il personaggio richiedeva intensa concentrazione. Will Smith, mi è stato detto, voleva circondarsi di “belle cose” per alleviare la pressione delle riprese. A tal fine, mi è stato affidato il compito di arricchire le pareti del suo appartamento e anche la sua roulotte sul set del film con dieci opere, scelte personalmente dall’attore.

Affascinato dalla tecnica

Letteralmente tradotto, paper cutting significa “tagliare la carta”. La mia tecnica è frutto di ricerca continua e sperimentazione. Sin dagli inizi della mia carriera artistica, i soggetti che rappresentavo erano il risultato dell’interazione tra forme fisiche e geometriche. Volti, corpi e oggetti si materializzavano da figure geometriche, quali cerchi, triangoli e rettangoli, per trasformarsi in forme irregolari e organiche, poi arricchite con curve morbide alternate ad angoli spigolosi. Da lì, è nata l’idea di scomporre questi complessi soggetti con intagli. Mi lascio guidare da tutto ciò che mi circonda, e plasmo la materia umana e naturale con grande senso di immaginazione. Lavoro principalmente con foto che, come in un intervento chirurgico,vengono intagliate con un bisturi. Il risultato è una sovrapposizione di immagini, a cui talvolta aggiungo strati di colore e cera, creando superfici irregolari e interessanti. Will Smith, circondato dalla mia arte, si è lasciato irretire dalla mia tecnica e ne è rimasto sempre più affascinato. L’attore avvertiva che quei vari strati nei miei lavori avevano ben altra valenza che un mero scopo estetico. I miei soggetti nascondono lo straordinario e i meticolosi tagli e la sovrapposizione di immagini sono una metafora per rappresentare la frammentarietà della verità e la sua evoluzione.

Il ritratto

Nel “Siddharta”, Herman Hesse descrive il personaggio come un uomo che cerca di vivere interamente la sua vita, attraverso il ragionamento e il tentativo di comprensione della realtà più profonda delle cose. Come il Siddhartha, anche io, attraverso la mia arte sono alla ricerca de “il tutto”. Quando mi è stato chiesto di creare un ritratto di Will Smith, immediatamente il mio obiettivo è stato quello di creare un’opera che costringesse l’osservatore a soffermarsi e a studiarne i meticolosi dettagli. Nel corso degli anni ho avuto modo di conoscere Will Smith e di apprezzare le sue doti. Oltre ad essere un attore straordinario, attento e metodico sul lavoro, è anche una persona dalla simpatia travolgente. Nell’opera, Will Smith viene destrutturato, scomposto. Il ritratto diventa così un tramite attraverso il quale si esplorano le emozioni più intime del soggetto. Dai dettagli dell’opera emerge quell’essenza unica che caratterizza la realtà, che si presta a varie chiavi di lettura ed è in costante divenire. Nella mia opera esprimo la volontà di omaggiare l’attore e metterlo una volta di più, e in un altro modo, in relazione con il pubblico.

La reazione

Quando finalmente ho consegnato l’opera a Will Smith, la sua espressione è stata una di quelle che rimarranno per sempre impresse nella mia memoria. Ha ammirato il suo ritratto, tenendolo tra le mani, senza parlare. Dal suo sguardo e dal suo sorriso ho capito di essere riuscito a cogliere la sua essenza e di aver raggiunto il suo io più intimo e vulnerabile, con grande piacere per entrambi. L’opera è oggi nel suo studio personale di Los Angeles.

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